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Carnevale di fine estate? Non ci credo, i colori di quel giorno erano di inizio estate, per cui la conseguenza del ritrovarci dopo la Messa Granda, aveva permesso alle donne di preparare un succulento quanto avanzato aperitivo che, a parte chi si guardò negli occhi tutto il dì, in breve aveva dotato i convenuti di una brillante mezzaluna all'insù le labbra di ognuno. D'obbligo la verifica della stabilità dei tavoli con possibilità di scelta tra sole o ombra, la conseguenza fu l'antipasto dai mille gusti, poi una caparbia e sfacciata fettona di polenta rivestita da un magnifico, profumato, splendido, gustoso spezzatino, annaffiato ( però senza annaffiatoio) da tanti bei calicetti di barbera, bonarda, cabernet, merlot. Per i palati più fini il bianco tocai,vermentino,pinot e chi si ricorda. Le bottiglie non furono comunque contate per evitare panico e gesti di disperazione delle donne che imprecavano contro un colesterolo che avanzava implacabile. Per fortuna una pausa; addolcita da un improvvisato concerto per strumenti a fiato, aveva ricomposto le fila delle chiappe sulle panche, inducendoci a prender visione sul da farsi circa la prossima sfilata. La scaia de grana, el tuchet de furmai, dolce e caffè si protrassero per tutto il pomeriggio; chi dormiva, chi, giocava, chi parlava, chi l'ghè le cuntava su ai tusann, chi raccontava, chi tentava e ritentava, così  sino a sera, quindi, a chi rimase, un brodino per terminare un giorno trascorso con una compagnia indimenticabile.

 Agi 2006.

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